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Giocare con i suoni
Esperienze e scoperte musicali nella prima infanzia
Recensione di Francesca Romana Motzo
30 luglio 2016
“Da ultimo, mi vien un pensiero sull’apprendimento della musica, quasi un sogno. Un mondo dove si apprenda la musica come si apprende la lingua, attraverso un’immersione quotidiana, continue interazioni adulto – bambino, repertori condivisi di suoni ed emozioni. E forse, chissà, in questo mondo globale, potremmo raggiungere una consapevolezza più sottile dei nostri sentimenti e una maggiore coesione del nostro essere con l’alterità.” (Daniele Shon – Violoncellista, ricercatore al Mediterranean Cognitive Neuroscience Institute di Marsiglia).
Silvia Azzolin ed Emilia Restiglian, compongono con una cura ineccepibile, un testo che apre le porte di un mondo estremamnete delicato, come quello della prima infanzia, analizzando e strutturando il perchè ed il come, la Musica, debba far parte del percorso di crescita dell’individuo, non solo per la sua capacità di procurare benessere, appagamento, piacere, tanto da interagire con le nostre emozioni più profonde e significative, ma anche perchè questo mondo composto da infiniti suoni esperibili e condivisibili, è capace di procurare dei cambiamenti fisiologici e di lasciare delle tracce tangibili nella struttura neurobiologica del cervello.
Il titolo potrebbe farci pensare ad un percorso dove la “ludicità sonora” sia il reale argomento da sviluppare, invece, pagina dopo pagina, ci si rende conto che, pensare, progettare e realizzare l’educazione musicale “all’inizio della vita”, richiede una conoscenza e preparazione tecnico-professionale, assolutamente imprescindibile.
È un libro che non può essere riassunto, al contrario, ogni pagina va letta e riletta se non intenzionalmente studiata, poichè in grado di dare strumenti di comprensione di un quadro chiaro e scientificamente supportato, che necessita più che mai di essere acquisito e consolidato.
Scorrono fluidi tutti riferimenti di letteratura già esistente, piacevolmente riuniti a creare un coro di voci, che crea la base solida delle riflessioni delle autrici, cosi come le nozioni che mettono a confronto musica e neuroscienza, quasi a voler definitivamente affermare il bisogno di pensare una struttura sociale all’interno della quale, il percorso di crescita dell’individuo venga supportato e nutrito con quelle pratiche familiari e sociali, dunque relazionali, che naturalmente dovrebbero esistere.
Ecco che quindi, quasi in modo rassicurante, si legge dell’importanza dell’uso della voce, sia come espressione vocale del neonato/bimbo sia nella sua accezione melodica; si evidenzia l’importanza dell’utilizzo di uno strumento musicale convenzionale cosi come di un oggetto sonoro; si sottolinea la linea portante delle qualità amodali che sono quelle che più facilmente potranno condurre ad un vero e proprio dialogo sonoro; oppure si determina, finalmente, l’importanza “urgente” di strutturare uno spazio adeguato perchè una tale esperienza si possa vivere e condividere.
Nonostante il piccolo formato, questo è un testo che soddisfa tutte le esigenze di una trattazione di un tema specifico come questo, compresi gli opportuni esempi che generosamente vengono descritti, in termini di possibili attività sonoro-musicali, di realtà formative e divulgative già esistenti e di esperienze professionali già strutturate, a livello nazionale.
Personalmente mi permetto di riflettere su quanto, ad oggi, la motivazione principale di ogni nostro agire, sia spinta dall’acquisizione di una competenza, dalla ricerca di un atto performativo perfetto e quanto questo possa fortemente condizionare le scelte che si compiono, tanto da non fermarsi a riflettere sulla possibilità che una qualsiasi pratica ha, di contribuire ad una crescita armoniosa dell’individuo.
In merito al tema di cui si discute in questa sede, ovvero fare Musica nei nidi o strutturare dei percorsi di musica dedicata all’inizio della vita e che dunque includa anche il periodo pre-natale, non si può prescindere dall’evidenziare l’enorme importanza che avrà all’interno della relazione madre/padre/bambino, a quella che avrà per una crescita psico-fisica e neurobiologica per il nuovo nato fino a quella che emergerà per il neogenitore/adulto, in termini di riscoperta e ri-attivazione di canali espressivo-comunicativi non verbali, che miglioreranno la qualità di vita individuale, il contatto profondo relazionale e non ultimo il percorso educativo che ci si accinge a vivere.
Tutto questo, ben prima di immaginare solo per qualche istante, al talento musicale, al saper suonare uno strumento, al diventare dei musicisti ed a tutto ciò che questo comporta.
Silvia Azzolin
È docente a contratto di Metodologia dell’educazione musicale al corso di Laurea in Scienze della Formazione primaria dell’Università di Padova, sede di Verona.
Emilia Restiglian
È ricercatore di Pedagogia sperimentale all’Università di Padova dove insegna Progettazione e valutazione educativa
Giocare con i suoni – Esperienze e scoperte musicali nella prima infanzia – Edizione Carocci Faber 2013