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Lettera ai lettori

Articolo mensile

31 dicembre 2017

Carissimo/a lettore,

per salutare e concludere la fine di questo anno e di questa nostra splendida avventura di Musicastudio, al posto della dodicesima recensione, abbiamo pensato che scriverti personalmente qualche breve pensiero relativo alla nostra esperienza in Spaziomusica Area didattica, potesse aprire e arricchire maggiormente il confronto sul nostro lavoro, con chiunque fosse interessato ad approfondire le nostre stesse tematiche… ed anche a te che leggendoci casualmente, abbia iniziato a riflettere e creare suoni, in modo differente.
Ti auguriamo un sincero, sereno e spumeggiante anno nuovo.

Alessandra, Francesca Romana, Sandra.

Nel 2014 inizia la nostra avventura!
L’idea era quella di creare un gruppo di ricerca intorno alle tematiche dell’apprendimento musicale durante le diverse fasi della vita. Un sogno che da sempre ho cullato ma che fino a due anni fa non avevo pensato concretamente realizzabile.
Come docente di pedagogia musicale presso il Conservatorio di Musica di Cagliari ho sempre nutrito il desiderio di costituire qui un team di studio e di condivisione intorno a questi temi ma, come accade sempre nella vita, c’è stato bisogno di una combinazione alchemica di tempi e incontri tali per cui si potesse relamente concretizzare questo sogno.
Così in effetti è stato: ci siamo ritrovate in un gruppo tutto al femminile e abbiamo dato vita a Spaziomusica Area Didattica.
In questi due anni di attività alcune di noi hanno preferito ritornare alle singole attività e associazioni e da un anno e mezzo siamo stabilmete in tre, che continuiano instancabilmente a lavorare e progettare per Area Didattica.
Siamo partite dalla proposta di Laboratori per insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, svolti a Quartu S. Elena e a Tortolì nel giugno 2014, offrendo diversi moduli strutturati su tematiche specifiche e articolati sull’esperienza diretta del far musica in linea con i recenti contributi che la pedagogia e la psicologia della musica hanno apportato in questo settore.
Contemporaneamente si sono tenuti dei Laboratori musicali per bambini centrando l’attività didattica sulla pratica dell’improvvisazione intesa come strumento per fare e pensare la musica in tempo reale.
Sempre più, si è fatta strada in noi l’idea di ampliare la nostra ricerca e il nostro studio nell’area della didattica musicale riferita alla musica contemporanea.
L’idea è stata quella di sensibilizzare le nostre percezioni acustiche sul mondo sonoro per come si presenta, in una multiprospettiva capace di raccogliere le stimolazioni sonore anche attraverso esperienze sinestetiche.
In questa logica di pensiero tutto può diventare strumento di produzione sonora: gli oggetti di uso comune, il materiale di riciclo e tutto il panorama acustico che ci circonda. L’attenzione centrata sul “senso sensibile” come inteso da Jean-Luc Nancy, per lavorare su un nuovo tipo di esperienza del sentire, prima di tutti gli apparati culturali e concettuali in grado di condizionare il nostro ascoltare. Questo pensiero ne ha generati altri soprattutto in merito alla qualità di attenzione che un ascolto sensibile necessita.
Ci siamo confrontate sullla necessità di tendere l’orecchio non solo al sonoro intorno a noi ma anche dentro di noi e questo ci ha portato inevitabilmente alla nostra relazione con l’altro.
Così, come in un caledoscopio, l’aspetto di cura nella qualità della relazione è diventato il fulcro del nostro lavoro sia in termini di studio che di pratica didattica.
Un anno fa, con l’intento di nutrire la ricerca intorno a questi temi, abbiamo realizzato la rubrica MUSICASTUDIO che ogni mese propone una recensione su libri capaci, a nostro parere, di stimolare e arricchire le nostre riflessioni sulla formazione musicale a partire da zero fino all’età adulta.
Tutte le letture che abbiamo proposto sono il frutto di un continuo scambio e condivisione che ci ha restituito una progettualità e un sostegno non solo sull’aspetto musicale. Infatti alcune recensioni sono state scritte su saggi di natura filosofica e pedagogica riflettendo su questi temi con uno sguardo vibrante e attento a cogliere tutte le possibili connessioni con la nostra modalità di approccio didattico specifico.
Insomma questa esperienza per me rappresenta un luogo di riflessioni condivise e di supporto reciproco. Ognuna di noi all’interno del gruppo svolge il suo ruolo: Francesca Romana, musicoterapeuta, è il nostro ago della bilancia: sempre disponibile e pacata nei modi, ricca di idee e di propositi: ci sa mettere in fila e, con dolcezza sempre ferma, ci sollecita nel rispetto delle scadenze senza stancarsi mai…neanche in vacanza!!!
Sandra, didatta e libera insegnante di musica, è il nostro vulcano d’invenzioni…capace di creare
situazioni, atmosfere e trovate, che incantano per prime noi figuriamoci i bambini!
Io, Alessandra, docente di pedagogia musicale, sono la più grande del gruppo e nel trio, sono quella che studia e legge in continuazione e che lavora esclusivamente con gli adulti…nel gruppo sono la referente..che sia merito dell’età?
ALESSANDRA SEGGI

Il suono ha sempre fatto parte della mia vita.
Ancor prima che decidessi di diventare una musicista.
Che fosse una semplice onda vibratoria, che mi divertivo a produrre per sentirla scorrere lungo tutto il corpo, oppure, piccole melodie che mi cantavo, a mia memoria, praticamente ogni giorno.
Insomma, l’espressione più spontanea che ho sempre posseduto, è sempre stata quella sonoro-musicale.
Nel corso della mia crescita, ho avuto la passione e la determinazione di approfondire e sviluppare questa mia naturale propensione, dapprima con gli studi accademici al Conservatorio ed in seguito, con quelli di Musicoterapia.
Ho scoperto cosi le molteplici applicazioni del suono nell’esistenza dell’individuo ed ho pian piano dato forma al mio agire a livello artistico, terapeutico e da qualche anno, in modo più strutturato, a livello didattico.
Quest’ultimo mondo, quello della didattica, è stato per me un territorio perennemente sentito, in parte approfondito, in alcuni momenti rifiutato ed in altri accolto a pieno titolo.
Le fasce d’età maggiormente esplorate ed interagite, sono state quelle dell’infanzia, quella degli adulti (compresa la terza età) e da ormai un decennio abbondante, quello della gravidanza e l’immediato dopo-parto (per cui i primi mesi di vita di un individuo).

La Musicoterapia, a livello formativo ed applicativo, mi ha donato una reale sorgente dalla quale attingere, per plasmare il mio agire umano e professionale a tutto tondo; quella particolare prospettiva che cerca continuamente l’incontro comunicativo, che lo fa in una piattaforma non-verbale attraverso un’espressione condivisa, che sviluppa osservazione ed ascolto di se stessi e dell’altro.
Studiare… interrogarsi costantemente sul come e sul perchè… porsi degli obiettivi professionali e di ricerca, spinti da una reale passione e propensione personale, che non pare dialogare con logica e razionalità, benchè richieda estremo rigore.
E poi, il desiderio di un confronto reale e costante, non sempre esaudito, spesso raggiunto con molto sforzo.
Infine, qualche anno fa, un incontro “casuale” ad un convegno internazionale di Nati per la Musica, con la persona che avrebbe accolto con entusiasmo questo desiderio di confronto, per iniziare un’avventura che ha assunto la sua forma concreta nel 2014, con il gruppo di ricerca di didattica musicale contemporanea “Spaziomusica Area Didattica”.
Dopo i naturali assestamenti, sono ormai due anni e mezzo che collaboro con le mie colleghe Sandra Ruggeri ed Alessandra Seggi, per pensare e creare attività sonoro-musicali dedicate a tutte le fasce d’età dell’individuo, formazione per insegnanti, ma soprattutto sviluppare riflessioni profonde e relativi studi ed applicazioni, in merito al reale ruolo che la musica può avere nella vita dell’individuo, non solo come atto performativo, ma in modo più significativo, come strumento di relazione e crescita personale.
Potrei raccontarvi dell’Acchiappasuoni nel paese di Tolgometto o di Impasti Sonori col suo concerto ad occhi chiusi o del “Corpo del suono”, ma questa sarebbe un’altra storia; oppure parlarvi di questa nostra avventura con la rubrica “Musicastudio”, iniziata a gennaio 2016, attraverso la quale vi regaliamo le nostre letture più suggestive, quelle che hanno contribuito a caratterizzare e sviluppare il nostro mondo sonoro e che pensiamo possano farvi comprendere l’essenza del nostro lavoro.
Questo lavorio interiore, ormai giustificato e supportato dall’esistenza di questo gruppo, sembra catalizzare precisi sentieri da seguire, scelte professionali che sembrano cucite su misura per moltiplicare le domande, ma anche per trovare le risposte o semplicemente, sperimentare percorsi creativi ed espressivi per raggiungere quei mondi di consapevolezza, da condividere.
All’interno di questo gruppo, io porto la mia prospettiva e la mia esperienza musicoterapeutica.
Non sono una didatta musicale, ma interagisco con l’individuo, possibilmente all’inizio della sua vita, quando la comunicazione non-verbale ancora prevale e dove, l’espressività individuale e di gruppo, può emergere nel modo più libero che si possa intendere.
Se di me do tanto ed in modo passionale (così dicono), ricevo altrettanto se non di più, primo fra tutti quel desiderato confronto e scambio, assolutamente generoso e capace di rimettere in questione come di far acquisire sicurezze.
La gioia e l’entusiasmo nutrono la perseveranza e lo sforzo da compiere per proseguire, ma questo è sempre stato un modus operandi che ho ricercato in ogni mia esperienza e posso proprio dire che la vita con me, sia stata davvero generosa.
FRANCESCA ROMANA MOTZO

Così come in un perfetto sistema armonico, inteso come equilibrio e centratura, al “Proposito” succede la “Volontà”, ad essa la “Riflessione” per la realizzazione di un qualsiasi progetto che necessita del “Fare” perché si concretizzi poi il “Pensiero” come tale, così in Spaziomusica Area Didattica tre donne s’intrecciano e si interscambiano in un gioco di “Cosa – Come – Perché”, dove ognuna, con la sua peculiarità e competenza, occupa più marcatamente uno dei tre avverbi e sostantivo creando Intreccio, Ricerca e Relazione.
Alessandra Seggi, maestra anche nel “Come e Perché”, è la fonte del “Cosa”, così la vivo, sempre intensamente immersa nelle letture passate e contemporanee, per tenerci aggiornate, vibranti e curiose, costantemente attenta ai contenuti della comunicazione sonora che non può prescindere da una conoscenza di sé, da una propriocezione come musicista o come individuo.
Mi muove i pensieri.
Ogni volta che la sento pronunciare parole e concetti come “percezione acustica, sinestesie, qualità ed attenzione all’ascolto …” tutto ciò e molto più, generano in me rapimento!
Verità che mi hanno catturata, formata e aperta ad esperienze sonore nuove, reali. Un musica finalmente che dà al Suono l’importanza nella Risonanza interiore, fisica e non, in cui chiunque si può riconoscere, scoprire, muovere e liberare. Il suono come fenomeno acustico che ci costringe liberamente ad attivare, stimolare e potenziare l’atto audio-percettivo in una completa fusione con noi stessi.
Personalmente ho beneficiato di tanto ordine nella mia testa.
Alessandra sa bene che a lei devo l’organizzazione e la disciplina dei miei pensieri, perché questi volano e viaggiano e nel catturarli devi saper trovare il giusto posticino dentro e fuori perché porti un buon messaggio, un buon risultato didattico. Grazie a lei ho sviluppato la mia capacità di condurre una lezione, quindi tutto.
Francesca Romana Motzo veste più intensamente il “Perché”, così la sento. Anche F.Romana non prescinde dal “Come e dal Cosa”. Ha a cuore ciò che lei definisce “qualità di presenza”.
Mi ha colpito tanto quest’espressione la prima volta che l’ho sentita pronunciare. Ha risuonato parecchio in me e, come in un improvviso risveglio, ho realizzato che l’essere attivi, inteso come presenti nel “qui e ora”, è un elemento imprescindibile per un musicista, così come per l’insegnante. Ha un approccio musicoterapeutico al bambino/adulto; ha una visione e un punto di vista differente dal mio e da quando mi ha presentato questa via io sento che non può più mancare nelle mie lezioni l’attenzione “all’approccio espressivo, sonoro espressivo” attraverso il quale ognuno si esprime appunto come individuo libero e liberato: creativo!
Io mi sento maggiormente il “Come”. Amo definirmi e sentire di essere una didatta. Mi sento intensamente attirata dal “come presentare, far comprendere” un qualsiasi elemento teorico musicale.
Grido a gran voce che la Didattica è l’Arte della Semplificazione!!!
Certo ha origini personali questa necessità di facilitare la comprensione di un qualsiasi argomento o l’apprendimento e l’esecuzione di un brano al pianoforte, ma so anche che non tutti i docenti se ne preoccupano o si pongono il problema che la Didattica davvero è roba seria.
Tutti sono in grado di avvicinarsi alla musica. C’è chi diventerà una piantina e chi un albero robusto, ma io ho il dovere di rendere facile e concreto il più possibile questo percorso.
Il vero leitmotiv che io sento, che sentiamo, è “Creare”.
Il rischio che si caschi nella tentazione di generare solo dei ripetitori è elevato. Sì, ripetitori.
Altro non sono che questo, i musicisti o gli artisti in generale che suonano ciò che hanno inventato, composto o creato altri! Lungi da me farti credere di non apprezzare le pagine meravigliose di tutti i compositori passati e contemporanei, né di apprezzare chi abilmente decifra ed esegue questi preziosi e complicatissimi scritti, ma ti invito a riflettere sul fatto che tutto ciò che ascoltiamo di prodotto e scritto è frutto di “un atto Creativo!!”
Ed è lì che con le mie stimate colleghe ci siamo incontrate: possibile che la musica, l’arte tutta, debba percorrere solo la via in cui noi sovrapponiamo i nostri passi alle impronte lasciate da altri???
SpazioMusicaAreaDidattica nasce così, da quel proposito accennato in apertura, da un desiderio comune, in cui tutt’e tre ci siamo ritrovate e riconosciute: favorire la diffusione della musica a tutto tondo, che fosse e sia a portata di tutti, ma in una maniera nuova e soprattutto “consapevole”.
Da qui gli incontri, le continue riflessioni, il fluire delle idee, le tisane, le telefonate e gli incoraggiamenti, perché il quotidiano con le insidie chiamate doveri, ci assorbono e levano i fiato agli ideali … e gli ideali sono ciò che elevano gli Spiriti sensibili che non si vogliono arrendere ad un mondo che seduce con la sua superficialità, con i suoi addormentamenti, con suo apparente relax.
Nella musica noi abbiamo trovato un Mezzo più che un Fine.
Non a caso partiamo dai 0 mesi dove le abilità musicali, comunemente intese, non affiorano. E’ una scelta la nostra; è una scelta la semina; è una scelta partire da lontano; è una scelta la ricerca.
Lavorando coi bimbi ho riscoperto l’aspetto dell’incanto, del rapimento che può procurare una storia.
Invento e creo, modifico, taglio e cucio storie. Mi piace far credere, anche se per un attimo, che ciò che racconto sia vero. Partendo da quest’esigenza, ancora una volta personale, scopro con stupore che non sono l’unica che ha la necessità di sognare e che, ancora in tanti, desideriamo perderci tra fili e trame fatte di parole, elastici, corde.
Tutto suona nelle nostre aule … perché tutto suona nelle nostre teste e nei nostri occhi.
Noi vediamo con le orecchie … ed è per questo che è quando vieni ad un Concerto di SpazioMusicaAreaDidattica devi portare un foulard e chiudere gli occhi.
SANDRA RUGGERI