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Suoni con me
Il dialogo sonoro dalla prima infanzia
Recensione di Francesca Romana Motzo
30 Giugno 2018
“… c’è una musicalità, un’identità musicale che ogni persona può sviluppare nel corso della propria vita. I suoni sono con noi, dentro di noi, a volte sono gli altri che ce li chiedono o che ci portano i loro. Ogni ambiente in cui viviamo risuona, anche quello più silenzioso. Il suono si fa conoscere, apprezzare, permettendo a ciascuno di incontrare gli altri, il mondo, se stesso in un modo unico ed insostituibile. Questo accade naturalmente anche nei bambini molto piccoli, sin dai primi giorni dopo la loro nascita ed anche da prima.”
Dal 2003 al 2009 il Centro Studi musicali e sociali “Maurizio Di Benedetto” ha realizzato nella provincia di Lecco, una ricerca dal titolo “Nido Sonoro”, grazie alla direzione scientifica di Francois Delalande e al lavoro di un gruppo di ricercatori, tra cui l’autore del libro, Maurizio Vitali, in veste di coordinatore e responsabile del progetto.
Di non minore importanza il coinvolgimento profondo delle educatrici del nido che hanno, in egual modo, esplorato e reso consapevole la propria identità sonora, al fine di radicare il frutto del lavoro svolto e creare un reale cambiamento relativo al percorso educativo-pedagogico da proporre nella primissima infanzia, che toccasse anche punti sensibili come lo sviluppo della relazione tra i bambini e un nuovo ruolo dell’adulto rapportato ad essi.
L’obiettivo principale di questa ricerca fu quello di conoscere meglio i comportamenti musicali spontanei che i bambini e bambine mettono in atto nell’interazione con un corpo sonoro, evidenziando quelle che Delalande definisce “condotte musicali”; i risultati di questa ricerca, oltre ad arricchire il patrimonio di conoscenze già esistenti, ha reso realmente possibile affinare e migliorare gli interventi educativi rivolti alla fascia 0-3 anni.
Ma dove può condurre l’osservazione di questi processi e di queste condotte? Dopo che si raccolgono attraverso registrazioni audio e video le esplorazioni le ricerche e le scoperte sonore realizzate dai bambini, accertando sempre più che questo ambito va reso consapevole e fondamentale se si parla di crescita di un individuo ancor più se all’inizio della sua vita, verso dove può proseguire questo cammino di ricerca?
Il Centro Studi MDB, ha scelto di indagare sugli aspetti più qualitativi dell’espressione musicale infantile, fino a considerarla una vera e propria “arte musicale infantile” grazie allo sviluppo della fase esplorativa condotta dagli stessi. Se dapprima si manifesta scorrendo le varie possibilità sonore che lo strumento esplorato può concedere, colte grazie alla curiosità e l’intelligenza infantile, si arriva successivamente alla fase di approfondimento di una o più possibilità trovate ed è in questo momento che si ha un reale contatto profondo, capace di condurre il piccolo musicista al dialogo sonoro all’interno di una relazione.
L’incontro con il corpo sonoro, capace di contenere cosi tante possibilità espressive si ricollega con differenti sfumature emozionali dell’animo, che naturalmente il bambino mette in campo (emozioni che in questa sede non è necessario definire qualitativamente bensì solo evidenziarne l’esistenza) per meglio percepire, percepirsi e manifestarsi.
Sono stati organizzati e curati tutti gli elementi necessari affinchè queste ricerche potessero essere svolte, come creare degli spazi adeguati affinchè questo “incontro” potesse prodursi, uno spazio capace di contenere solo gli stimoli scelti e non facili distrazioni verso altri percorsi; allo stesso modo, la scelta dei “corpi sonori”, ovviamente non casuali bensì pensati per attivare e sviluppare la capacità esplorativa; la condivisione in duo o in gruppo o vivere l’esperienza in solitario, etc.
Questi elementi fanno riflettere sull’aspetto motivazionale, su quello progettuale, sulle passioni e sulle visioni che gli operatori ed i professionisti del settore (e non solo) possono e devono avere per intraprendere tali percorsi creando i pre-requisiti necessari.
Mi viene spontaneo condividere una riflessione per me in essere. Cosa significa “Nido Sonoro”?
Non è certo un luogo dove si fa molta attività sonoro-musicale come materia extra-curriculare.
Non credo sia nemmeno, come si potrebbe pensare in questa sede, un luogo dove si decide una tematica sperimentale atta a fornire dati.
Credo invece, che abbinare un aggettivo cosi qualificativo abbia a che fare con la scelta dell’orientamento della scuola in questione.
Allora mi vien da chiedere, cosa significhi avere un orientamento all’interno di un istituto di formazione e come, questo significato, possa esser realmente compreso.
Evidenzio questo aspetto, perchè è un tema che sto affrontando attualmente e la difficoltà che provo in merito, riguarda gli infiniti preconcetti che esistono nella fruizione di un’attività artistico-espressiva… mi verrebbe dunque da elencare anche la danza cosi come le arti visive e dunque tutto il lavoro sul segno.
Perchè la musica e/o la danza e/o l’Arte diventino un orientamento capace di dare una forma precisa e caratterizzata al percorso educativo-pedagogico, occorre comprendere che tutti i vissuti che si possono creare, guidati da questi codici, hanno una fortissima connessione con l’essere umano e che tale connessione riguarda intrisecamente la crescita stessa dell’individuo.
Accolta questa premessa, potremo citare il valore ed il forte potenziale che ha “l’educare alla Bellezza”, così come, da educatori, operare questa scelta, sicuri che il risultato che si otterrà sarà quello di riuscire ad attivare nell’individuo, quelle risorse necessarie allo sviluppo della capacità relazionale, empatica, di approccio al mondo ed alla diversità come stimolo propositivo.
La “Bellezza” diviene dunque contenitore di tutte le arti, come espressione diretta dell’animo umano e dunque capace di svilupparne ogni sfumatura, cosi come l’incontro ed il dialogo col Bello, agevola lo sviluppo logico-razionale in modo dinamico e non solo specifico ad una singola competenza.
Ho scelto questo libro per il suo contenuto, per me fonte di continuo studio e sviluppo e caro anche da un punto di visto ideologico, per il valore fondamentale che do all’inizio della vita e ciò che credo debba essere costruito attorno e per questo
momento specifico, affinchè si possa con responsabilità ed onestà, dare il meglio possibile per la nuova vita con la quale si dialoga, si interagisce e si interviene.
Altresì e con piacevole sorpresa, per la forma, che in questa occasione, propone diversi livelli di lettura che possono avvicinare il lettore attraverso connessioni differenti che meglio rispondono alle unicità di ognuno.
Ogni tematica, che in se contiene piu paragrafi, è succeduta dal racconto di un’esperienza vitale, tra un’educatrice ed un piccolo studente, tra due bimbi/e, tra genitore e figlio/a; raccontare una storia di vissuto umano osservato e condiviso è capace di attivare quei canali di comprensione che io credo siano necessari per sentire in modo profondo, anche l’argomento che si sta trattando.
Da docente e musicoterapeuta, se investo le mie energie mentali ed emotive in una riflessione inerente la mia professione, non riesco a speculare in modo esclusivamente concettuale. Scorrono nella mia mente vissuti reali condivisi, che emergono per rafforzare o mettere in discussione la direzione che voglio intraprendere.
Lo stesso autore consiglia di scegliere liberamente da dove partire; dalla lettura delle storie, per esempio, che potranno avvicinare in modo più empatico agli argomenti trattati, la cui descrizione, invece, seppur con una semplicità non banale, tocca punti a mio parere fondamentali e che dovrebbero essere resi alla portata degli educatori che intervengono in modo importante su questa fascia d’età così come, naturalmente ai neo-genitori, che si trovano a dover vivere tutti questi aspetti in prima linea giorno dopo giorno, passo dopo passo.
Francesca Romana Motzo
Maurizio Vitali
E’ direttore del Centro Studi musicali e sociali “M. Di Benedetto”. Docente di Musica nella scuola secondaria di primo grado, si occupa di progettazione, ricerca e formazione in ambito pedagogico musicale. Ha coordinato il progetto di ricerca del Nido Sonoro ed ha all’attivo collaborazioni con MIUR, INVALSI e INDIRE. Per i tipi della FrancoAngeli è autore di “Alla ricerca di un suono condiviso”.“L’improvvisazi